STABILIZZAZIONE, NORMALIZZAZIONE E DISTENSIONE di pezzi di grandi dimensioni

STABILIZZAZIONE

La cosiddetta “bonifica” di stabilizzazione ha lo scopo di conferire agli acciai una microstruttura omogenea ed è consigliata per eliminare quelle anomalie strutturali dovute allo stampaggio a caldo, alla forgiatura o ad ogni eventuale surriscaldamento (eccessiva temperatura di fusione) od incrudimento (raffreddamento eccessivo dopo la fusione o stampaggio del materiale a causa di un raffreddamento avvenuto in aria a bassa temperatura) e serve e impedire eventuale deformazioni proprio durante tali processi.
Al termine del trattamento il materiale si raffredda indifferentemente fino a temperatura ambiente, con le solite precauzioni per non introdurre tensioni interne.
Tuttavia non è da scambiare questo trattamento con il trattamento di ricottura isotermica che permette, oltre ai sopracitati effetti benefici sopra citati, anche un netto miglioramento nella lavorabilità dell’acciaio destinato a lavorazioni meccaniche particolarmente impegnative dove una bonifica di stabilizzazione subcritica o di lavorabilità non sarebbe sufficiente.

NORMALIZZAZIONE

In metallurgia la normalizzazione è un trattamento termico che consiste nel riscaldamento del materiale ad una temperatura poco superiore a quella di austenizzazione (Ac3 + 50-70 °C), nella permanenza per 15 minuti circa e nel raffreddamento in aria calma.
Tale processo è simile alla ricottura, ma in questo caso il raffreddamento è più rapido.
Per acciai da usare a basse temperature conviene la doppia normalizzazione: una prima a più alta temperatura per meglio omogeneizzare, una seconda a più bassa temperatura per affinare la grana.

DISTENSIONE

La distensione è un trattamento termico che viene effettuato su prodotti metallici in modo da ridurre al minimo le compressioni residue nella struttura, riducendo così il rischio di variazioni dimensionali durante la fabbricazione o l’uso finale del componente. Nello specifico si tratta del riscaldamento ad una temperatura tale da ridurre, come dicevamo, gli sforzi interni senza alterare la durezza o modificare il materiale, seguito da un raffreddamento lento per minimizzare il rischio di formare di nuovo sforzi interni. Solitamente viene eseguita ad una temperatura di 50 °C in meno rispetto all’ultimo rinvenimento eseguito sui pezzi o su prodotti temprati che si utilizzano con resistenze molto alte.

DOVE:

Proterm Castello D'Argile